La parola creatività deriva dall’aggettivo creativo e dal suffisso –ità, utilizzato in italiano per nomi astratti. L’origine della parola può essere ricondotta al verbo latino creo e ancora prima nella radice sanscrita kar- che ha il significa di «produrre», «generare», «fabbricare».
Dalla stessa radice sanscrita derivano anche numerose parole greche, tra cui i nomi di Kronos, Saturno padre di Zeus, e Ceres (Cerere), divinità collegata al raccolto, entrambi legate alla generazione.
La creatività è una facoltà spesso legata all’intelligenza e all’adattabilità, oltre che alla fantasia artistica. Tuttavia, non è sempre stato così, infatti la cultura greca ha due parole per alludere a ciò che noi chiamiamo intelligenza:
- Nous è l’intelligenza inattiva e contemplativa, legata alla conoscenza concettuale, che segue il tempo del chronos (il tempo della successione e della misura)
- Metis è l’intelligenza attiva ed esecutrice, legata all’azione e al problem solving, che segue il tempo del kairos(il tempo opportuno, l’attimo)
La creatività era pertanto legata alle metis, non alla nous, perché è proprio quella che permette di vedere una soluzione là dove non c’è o di concepire un oggetto d’arte davanti al materiale grezzo.
Il concetto di creatività vede un momento di grande fortuna e teorizzazione durante l’epoca romantica (da fine Settecento a metà Ottocento) dove è prerogativa dell’Arte e garanzia di originalità. Invece, la ragione, la nous, esaltata prima dagli Illuministi e poi dai Positivisti, viene vista come un ostacolo alla fantasia del genio in quanto il suo schematismo interferisce con la libera espressione di sentimenti e visualizzazione di immagini.
A partire dal XX secolo, con la nascita della moderna psicologia, la formulazione di nuove teorie filosofiche e poi con l’avvento delle neuroscienze, la creatività e così la metis iniziano ad essere rivendicate come fondamentali per la scienza. Costituiscono il fondamento per l’osservazione adattabile, camaleontica e duttile, e permettono di proporre soluzioni specifiche per casi concreti garantendo una forte aderenza alla realtà.
Nonostante ora sarebbe anacronistico parlare di due forme di intelligenza così contrapposte, la storia di nous e mentis è speculare a quella del ruolo della creatività in ambito medico. Infatti, oggi la creatività è sempre più spessa riconosciuta come qualità da coltivare e incoraggiare anche nella formazione e nella pratica clinica delle professioni sanitarie. La specificità di ogni paziente rende opportuna una forma di intelligenza adattabile e creativa che permetta di escogitare di volta in volta terapie personalizzate.
Lasciateci per favore una parola per il vostro sentimento della creatività.
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