Se la cattiva comunicazione è già stata riconosciuta come una delle cause principali di errori medici e di eventi avversi che si possono prevenire, il lavoro di Amy Starmer e colleghi Changes in Medical Errors after implementation of a Handoff Program ci permette di avere dei dati concreti su come il miglioramento del passaggio di informazioni tra medico e paziente riduca la percentuale di questi errori ed eventi in modo significativo.
Scopo dello studio è stato quello di trovare e sperimentare un approccio pratico che permettesse di migliorare il passaggio di informazioni tra medico e paziente, e quindi quello di analizzare sistematicamente i risultati della sperimentazione.
Lo studio è stato proposto in nove ospedali statunitensi, e ha previsto la misurazione dei tassi di errore medico e di eventi avversi evitabili, in relazione a problemi di cattiva comunicazione tra medico e paziente. Nella pratica, gli strumenti impiegati sono stati una tecnica mnemonica per standardizzare le comunicazioni orali e scritte, un percorso di formazione sui passaggi medico-paziente, un programma di sviluppo e di osservazione a livello di facoltà, e una campagna di sostenibilità.
I risultati dello studio sono espliciti: l’impiego degli strumenti proposti ha permesso una diminuzione del 23% del tasso degli errori medici, dal periodo prima dell’intervento medico a quello dopo l’intervento; inoltre, il tasso degli eventi avversi evitabili è sceso del 30%.
Sono risultati che possono essere letti anche sotto la luce della Medicina Narrativa: investire nel miglioramento della comunicazione, negli strumenti offerti dalla Medicina Narrativa e dalle Medical Humanities, non solo conviene da un punto di vista della sostenibilità della sanità, ma fa sì che questa sanità sia di qualità, d’eccellenza. Saper ascoltare la persona che si ha di fronte e comunicare in modo corretto e preciso permette di evitare errori medici ed eventi avversi, riconoscendo altresì l’importanza delle narrazioni dei pazienti e il valore morale del lavoro della cura.