Di Iannelli Mariarosaria, Mainolfi Carmine, Manneschi Maurizio, Mizzon Gastone, Silva Schott Miguela
Nell’ultimo anno, la pandemia di Covid-19 ha messo ancora più sotto i riflettori le fragilità del Sistema Sanitario Italiano accentuando le disparità a livello socioeconomico e geografico nell’accesso ai servizi di assistenza, la ridotta integrazione tra servizi ospedalieri e servizi territoriali e i tempi di attesa molto elevati per l’accesso ad alcune prestazioni sanitarie. Il superamento di queste criticità rappresenta uno degli obiettivi prioritari per cui, dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 ad oggi, sono stati attivati sul territorio nazionale molteplici strumenti di sanità digitale. La necessità di affrontare il tema della telemedicina era stata considerata già in epoca pre-Covid, prima che il distanziamento e la limitazione del contatto interpersonale fossero imposti, ma la pandemia ha senza dubbio rafforzato la spinta verso questo nuovo approccio. Lo scorso 17 dicembre 2020 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le indicazioni nazionali sulla Telemedicina, che definiscono le regole per l’erogazione da remoto di alcune prestazioni sanitarie e le relative logiche di tariffazione. Una particolare attenzione è volta alla tele-visita, che ha rappresentato negli scorsi mesi uno degli ambiti su cui si sono focalizzate diverse progettualità a livello aziendale e regionale. In questo scenario l’obiettivo di questa ricerca consiste nel delineare il nuovo patient’s journey della sanità digitale chiarendo dove e come sia applicabile la tecnologia e in che ambiti invece è necessaria la visita in presenza. Il progetto ha comportato un’analisi delle diverse strategie adottate dalle principali regioni italiane nell’ambito dell’E-health.