Abbiamo deciso di offrire ai nostri lettori un’interessante recensione, scritta da John Launer, del libro “Reading the Psychosomatic in Medical and Popular Culture“, un testo curato da Carol Ann Farkas e pubblicato da Routledge.
Il libro contiene inoltre un capitolo sulla medicina narrativa e la fibromialgia, scritto da Maria Giulia Marini, Paola Chesi, Luigi Reale e Daniele De Narro. Attraverso il contemporaneo utilizzo dei diari dei pazienti e delle cartelle parallele, è stato possibile cambiare la qualità della relazione di cura, generare sostenibilità per il sistema sanitario con meno spese del medico.
Ad alcune forme di sofferenza umana è possibile dare nomi chiari e incontestabili – come per gli infarti o le ossa rotte. Altre tipi di sofferenza, che vanno dalla depressione alla fibromialgia e alla sindrome da stanchezza cronica, cadono all’interno di un’area più grigia: i vari medici non possono essere concordi sulle loro differenti cause e nature, o addirittura se alcune di queste esistano davvero. All’interno e al di là di questo mondo del limbo medico, vi è una sofferenza che attrae etichette ancora più contestabili: “sintomi medicalmente inspiegabili”, “pazienti ipocondriaci”, “tutto nella sua mente”, “isteria”, “psicosomatica”. In questa eccezionale antologia, studiosi medici e umanitari provenienti da tutto il mondo distruggono i conflitti filosofici e culturali che circondano questi termini e ciò che significano. Esaminano le tensioni personali sociali, economiche e politiche che tali condizioni incarnano e attirano. Molti degli autori puntano sul ruolo delle scienze umane e della medicina narrativa nel cogliere pazienti e professionisti al di là della sala cartesiana degli specchi e verso uno stato di personalità in cui può verificarsi la guarigione. Allo stesso tempo, il libro sfida i lettori con una domanda più grande. Secondo le parole della curatrice Carol-Ann Farkas: “Come agisce la malattia e la rottura della funzione psicosomatica in modo metaforico per illustrare tutti i conflitti, gli altri siti di ciò che è rotto, in tutta la nostra cultura?” Vi consiglio vivamente questo affascinante e considerevole volume come un testo interdisciplinare chiave sul tema.