L’inizio di tutto
Nel mezzo del cammin di nostra vita
Inferno I, vv. 1-6
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Le stelle
Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo.E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Inferno XXXIV, 133-139
Io ritornai da la santissima onda
Purgatorio XXXIII, vv. 142-145
rifatto sì come piante novelle
rinovellate di novella fronda,
puro e disposto a salire a le stelle.
A l’alta fantasia qui mancò possa;
Paradiso XXXIII, vv. 142-145
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.
La pece
Quale ne l’arzanà de’ Viniziani
Inferno, XXI, 7-18
bolle l’inverno la tenace pece
a rimpalmare i legni lor non sani,
ché navicar non ponno – in quella vece
chi fa suo legno novo e chi ristoppa
le coste a quel che più vïaggi fece;
chi ribatte da proda e chi da poppa;
altri fa remi e altri volge sarte;
chi terzeruolo e artimon rintoppa -:
tal, non per foco ma per divin’arte,
bollia là giuso una pegola spessa,
che ‘nviscava la ripa d’ogne parte.
La luce
e vidi lume in forma di rivera
fulvido di fulgore, intra due rive
dipinte di mirabil primavera.Di tal fiumana uscian faville vive,
e d’ogne parte si mettien ne’ fiori,
quasi rubin che oro circunscrive;poi, come inebrïate da li odori,
Paradiso, XXX, 61-69
riprofondavan sé nel miro gurge,
e s’una intrava, un’altra n’uscia fori.
La luce in che rideva il mio tesoro
Paradiso, XVII, vv. 121-123
ch’io trovai lì, si fé prima corusca,
quale a raggio di sole specchio d’oro;
un punto vidi che raggiava lume
Paradiso, XXVIII, 13-21
acuto sì, che ‘l viso ch’elli affoca
chiuder conviensi per lo forte acume;
e quale stella par quinci più poca,
parrebbe luna, locata con esso
come stella con stella si collòca.
Paragoni animali
E come augelli surti di rivera,
Paradiso XVIII, 73-78
quasi congratulando a lor pasture,
fanno di sé or tonda or altra schiera,
sì dentro ai lumi sante creature
volitando cantavano, e faciensi
or D, or I, or L in sue figure.
E come i gru van cantando lor lai,
Inferno V 40-49
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid’io venir, traendo guai,
di qua, di là, di giù, di sù li mena;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa, ma di minor pena.
E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid’io venir, traendo guai,
ombre portate da la detta briga;