Leggo sempre con interesse gli articoli di Organizzazione sanitaria e Humanities, e Linguistica. A volte ho tempo per approfondire, altre volte sono troppo presa per gestire l’apprendimento di nuove informazioni. Comunque, tre mesi fa, era un bel giorno e ho sentito la necessità di studiare delle scoperte attuali nella Linguistica, per saperne di più su come analizzare e interpretare le narrazioni che raccogliamo in Fondazione ISTUD.
Qualcosa ha attirato la mia attenzione. Era uno studio dal titolo singolare: It’s mine! Re-thinking the conceptual semantics of “possession” through NSM. Scorrendo lo studio, ho scoperto due cose principali: la prima, che il senso di possesso e di proprietà può essere “innato” in tutti i bambini del genere umano; la seconda, che questo è stato scoperto tramite uno strumento chiamato Metalinguaggio Semantico Naturale (Natural Semantic Metalanguage – NSM. Non ne avevo mai sentito parlare. Tutto ciò che so è di non sapere, continua a dire Socrate, la mia guida, ancora viva.
Cos’è il Metalinguaggio Semantico Naturale? E come questo può essere applicato alla Medicina Narrativa? Prima, vi dirò la mia opinione dopo essermi documentata su questo metodo; dopo, avrò l’onore di ospitare l’intervista ad Anna Wierzbicka, Professore di Linguistica all’ANU College of Arts and Social Science (Canberra) e alla School of Humanities, Languages and Social Science della Griffith University (Brisbane), la ricercatrice a cui maggiormente si deve la scoperta di questo metalinguaggio.
È chiamato metalinguaggio perché arriva a coprire l’inglese, il russo, il polacco, il francese, lo spagnolo, il malese, il giapponese, l’italiano, il cinese, il coreano, l’ewe, il cree orientale e lo svedese, e si sta evolvendo per includere anche altre lingue. Questo lavoro è un processo infinito, che a oggi riguarda la maggioranza delle persone che “parlano” nel mondo. Di conseguenza, secondo me, questo linguaggio è riferito al genere umano. Il metalinguaggio è naturale, il che significa che c’è già, e che non è una lingua costruita artificialmente, ed è basato sui “significati”, non meramente sulla grammatica.
Io, Tu, Altri, Pensare, Sentire, Bene, Male, Vivere, Morire, Corpo, Qualcosa, Quando, Prima, Dopo, Dove, Qui, Lontano, Forse, Tipo, Parte, queste sono alcuni dei 65 “primi semantici”. Il Prof. Bert Peeters mi ha spiegato che queste parole sono come i numeri primi – per il NSM, non possono essere divise in ulteriori parti.
Come gli atomi possono formare le molecole, quando parliamo o scriviamo con questi primi semantici componiamo delle molecole semantiche. E in queste molecole semantiche, arricchite da parole che non si riferiscono a questo linguaggio universale, per giustapposizione possiamo avere un primo strato che è universale, e un secondo strato che è locale, e peculiare del posto e della società in cui viviamo.
Ma la scoperta successiva è stata che nelle narrazioni che raccogliamo dai pazienti vi è un uso regolare di questi primi semantici: il corpo, parti del corpo, lo stare male, lo star bene, il pensare, la sequenza cronologica degli eventi, io, tu, gli altri, forse, io voglio, non voglio, vivere e morire, il pensare, l’accadere.
Questo scritto è solo l’inizio di un’esplorazione di come questo metodo può aiutarci nel leggere le narrazioni non solo da un punto di vista contestuale, ma anche da un punto di vista universale.
Come ultima considerazione, dal momento che credo che la nostra forma mentis dipenda dalle parole che usiamo, in quel momento ho pensato di aver trovato qualcosa di incredibile, qualcosa che ha a che fare con i concetti universali. Sono rimasta stupefatta in contemplazione, come un bambino per la prima volta davanti all’immensità del mare.
Per approfondire:
Natural Semantic Metalanguage – Griffith University
The Natural Semantic Metalanguage Approach, di Cliff Goddard
Gentile dottoressa,
ho scoperto da poco la figura e gli studi di Anna Wierzbicka. Questo metalinguaggio semantico naturale, di cui non avevo mai sentito nulla prima, l’ho trovato davvero interessante. Come formatore e pedagogista, mi interessa moltissimo la natura del linguaggio umano. A tal proposito vorrei quindi chiederle se il NSM può presentare punti di contatto con la teoria di Chomsky, in particolare con la sua idea di “grammatica universale” e di competenza linguistica innata.
Vorrei poi un suo spensierato parere sul tema – oggi di moda – della cosiddetta PNL, la Programmazione Neurolinguistica, e che eventuali legami può avere con il NSM.
Ringraziandola anticipatamente per l’aiuto che vorrà darmi, porgo cordiali saluti.
ps: complimenti per l’utilissimo sito.
Nicola R.