Il 9 aprile si è avviata la III edizione del Master in Medicina Narrativa Applicata, un percorso formativo sull’utilizzo della Narrazione in Sanità che ha, tra le sue caratteristiche, la multidisciplinarietà, l’internazionalità e la pragmaticità.
La multidisciplinarietà si evince dall’aula: diverse figure professionali – medici, infermieri, psicologi, farmacisti ospedalieri, counselor, referenti di associazioni ed esperti di comunicazione sanitaria – riunite non solo per lavorare insieme sugli strumenti della Medicina Narrativa, ma anche per riflettere su esperienze e aspettative riguardo a una Sanità Narrativa. Senza dubbio, la multidisciplinarietà non è un dato sterile o un “dato per scontato” in base alla diversità delle professioni, ma una conquista: i partecipanti si sono confrontati, condividendo mondi diversi che rivelano la loro parte più interessante proprio nell’unione tra diversi punti di vista. Uno degli obiettivi del Master in Medicina Narrativa è specificamente quello di costruire dei ponti che colleghino queste quotidianità, esperienze e riflessioni.
Ospite di questo primo incontro è stata Vera Kalitzkus, antropologa medica dell’Università di Düsseldorf che, tra le numerose esperienze di Medicina Narrativa, ha portato la narrazione negli ambulatori dei medici di famiglia. Nella discussione, Kalitzkus ha esplicitato un dato molto interessante: come dimostrato da Langewitz e colleghi, bastano due minuti di non interruzione del racconto perché il paziente si senta più partecipe nel rapporto col medico di famiglia – due minuti di libero flusso di parola senza interruzione, dopo di che il paziente, nella grande maggioranza dei casi, si tacita: non interromperlo, quindi, facilita il processo diagnostico da parte del medico, e diviene evidente come l’alibi del “poco tempo”, in realtà, non sussista.
Nelle prime tre giornate, si sono affrontate le tematiche e gli strumenti preliminari delle Medical Humanities, della scrittura riflessiva, dell’empatia, del coping, della narrazione, delle relazioni di cura e della mindfullness: un primo ingresso nella Medicina Narrativa che porterà i professionisti che partecipano al Master a individuare interventi concreti da applicare nella loro pratica quotidiana, per un miglioramento dei servizi rivolto a tutti.
In particolare, la pratica di scrittura riflessiva esercitata durante questo I modulo, ha contribuito a una maggiore coscienza di sé – soprattutto nel momento dell’incontro e del confronto con l’altro. Attraverso la narrazione, può emergere la capacità di distinguere, in termini di salute organizzativa, se le relazioni che incidono sul carico lavorativo ed emozionale siano di natura organizzativa, personale o entrambe: la pragmaticità della narrazione consiste proprio nell’individuare nodi, talvolta inespressi o irrisolti, che vanno a incidere nell’ambiente lavorativo e a livello personale sulle figure professionali coinvolte nell’ambito della cura, della salute e della sanità.
Prima del prossimo appuntamento al 18 giugno per il II modulo, i professionisti saranno impegnati a impostare un project work che, col supporto di una tutorship esperta, consentirà loro di sperimentare la Medicina Narrativa nei propri contesti lavorativi. Buon lavoro a tutti loro!