L’obiettivo che ci siamo posti svolgendo la nostra ricerca è stato quello di creare un racconto di carattere medico-storico, attraverso il quale rappresentare al lettore i concetti di medicina, cura, salute e malattia nel contesto storico dell’antica Roma, cercando, da questi, di evidenziare elementi trasponibili alla nostra realtà contemporanea.
Dalla fondazione di Roma nel 753 a.C. alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C, trattiamo un periodo storico di oltre 1200 anni che vede l’ascesa di una delle popolazioni antiche che, tra tutte, ha probabilmente impattato di più sulla storia del mondo occidentale.
Per la ricostruzione del contesto storico e della visione degli argomenti trattati, ci siamo basati su fonti storiche ufficiali, libri, articoli e pubblicazioni, integrando il tutto con delle testimonianze dirette ricevute da interviste con esperti del settore della divulgazione storica Romana.
Dal nostro elaborato viene alla luce quanto, nonostante gli enormi limiti dell’epoca, nell’antica Roma esistesse già una forte inclinazione al miglioramento dello stato di salute delle persone. I romani, in particolare, concepivano la salute come un bene pubblico, e tentarono di garantirla a tutti i cittadini grazie alla realizzazione di strutture architettoniche per la prevenzione igienico-sanitaria di incredibile innovazione. Gli acquedotti, i sistemi fognari e le terme raggiungono infatti il massimo splendore in questo periodo dell’antichità, contribuendo a rendere le città dei luoghi sicuri dall’aria e dalle acque malsane, considerati le cause di tutte le malattie. Di pari passo con la salute pubblica, il forte senso pratico della cultura romana tendeva per molti versi a valorizzare la vita e la salute di chi rappresentava un elemento utile alla società: nelle organizzazioni sanitarie dell’esercito, non a caso, c’era un livello di innovazione della medicina e della chirurgia, che era completamente inaccessibile ad altri ambiti della società. Se la pragmaticità e l’utilitarismo dei romani furono probabilmente il principale motore della prosperità e della grandezza di questa civiltà, dall’altro canto abbiamo riscontrato anche una grande apertura culturale alle contaminazioni e alle influenze di altri popoli, che ha permesso di introdurre a Roma anche gli aspetti più filosofici del benessere e della medicina olistica (di natura perlopiù greca), e di sviluppare l’arte della farmacologia ad altissimi livelli. Grazie all’influenza dei greci prima, e del cristianesimo poi, inoltre, tra i romani cresce gradualmente il concetto di “humanitas”, intesa come compassione e attenzione per i piùdeboli, che oggi ha un valore imprescindibile nel tema della salute.
Lo studio del popolo romano evidenzia, tra le tante cose, l’importanza della prevenzione nelle civiltà antiche, e il valore del sapere empirico e pragmatico per l’organizzazione delle grosse realtà urbanistiche del tempo. La combinazione tra fonti originali e ricostruzioni archeologiche, tuttavia, dimostra la complessità ideologica del tema della salute concepito dai romani. Per questo motivo, solo dopo aver integrato gli aspetti puramente tecnici e scientifici con quelli di natura filosofica ed umanistica, si arriva a conoscere una cultura dove il benessere ha un valore molto più vasto e profondo di quello che ci si aspetta.