Oggi è il 24-01-2021, la data è importante in questa comunicazione poiché ogni giorno nel mondo muoiono migliaia di persone a causa del COVID-19 e non sapremo mai veramente quante. Per questo, abbiamo anche il dovere di guardare oltre e documentare questo tempo nel modo più autentico e appropriato per chi verrà dopo. In tale direzione, la Medicina Narrativa, oltre che strumento clinico attuale, rappresenta anche la metodologia di ricerca qualitativa che potrebbe integrare i dati che stanno emergendo dalle analisi statistico quantitative svolte su popolazioni diverse circa la salute mentale durante la attuale Pandemia.Lo Istituto Superiore di Sanità (ISS) ci avverte che “Durante eventi epidemici vi è un elevato rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione, comportamenti auto- ed etero-aggressivi. (…) Aumentano inoltre vari fattori di rischio psicosociale come stress economico, disoccupazione, lutto, perdita del ruolo e del lavoro, rottura delle relazioni.”
Parallelamente, Media e Internet combinati insieme generano il fenomeno della “Infodemia” intesa dal vocabolario Treccani come “circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.” La conseguenza è quella di una interazione dei fattori stressanti su diversi piani la cui evoluzione non è attualmente prevedibile, ma che certamente sta già dando luogo ad una vera e propria Sindemia, di cui, la componente legata alla salute mentale, soprattutto ai Disturbi Depressivi e d’Ansia è prevista in crescita nei prossimi mesi. Il mondo scientifico procede attualmente con progetti di ricerca fondati su raccolta di prove e dati derivati da metodologie di valutazione standardizzata combinate tra loro in modo da definire categorie con un utilizzo di dimensioni più ampio possibile. Ciò è irrinunciabile e fondamentale per una definizione del campo, tuttavia, dai lavori prodotti in merito possono emergere aspetti come quello evidenziato da Nickell nel 2004 durante l’epidemia di SARS in cui la depressione compariva in circa il 20% della popolazione generale ma la sua incidenza tra gli infermieri di Toronto saliva al 45%. In un recentissimo lavoro del marzo scorso sulle risposte emozionali e le strategie di coping degli infermieri durante l’epidemia di COVID in Cina sono emersi ulteriori aspetti riguardo la provenienza, il sesso e la vicinanza ai pazienti degli infermieri studiati.
Altri articoli e rassegne che comprendevano lavori effettuati in paesi diversi mostravano come il personale sanitario fosse particolarmente esposto a disturbi da stress dovuti al carico psicologico e individuavano la maggiore incidenza in una popolazione caratterizzata da: essere donne, essere infermiere, avere alti rischi di contrarre Covid-19, avere uno status socioeconomico basso, essere costretti a isolamento sociale, trascorrere più tempo a guardare le notizie su Covid-19. Inoltre sono attualmente in corso ricerche come lo Studio Multicentrico internazionale che sta indagando l’impatto della pandemia COVID-19 sulla salute degli operatori che lavorano in strutture sanitarie o centri per la salute di tutto il mondo The COVID-19 HEalth caRe wOrkErS (HEROES) study. Ogni progetto di studio cerca di documentare con maggiore accuratezza possibile aspetti della vita dei partecipanti che potrebbero avere un ruolo, o essere comunque associati in modo significativo a fattori di rischio, reazioni, condizioni o comportamenti correlabili alla depressione o ad altri disturbi in termini di ricerca statistico diagnostica. Ma questo tipo di metodologia non prevede la raccolta dei vissuti delle persone che hanno attraversato questo tempo, di cui, nei report scientifici non rimarrà alcuna traccia. Usando strumenti che misurano la quantità di ansia, rabbia, tristezza, preoccupazione, sentimenti di paura e impotenza potremo definire delle categorie descrittive ma sapremo poco o nulla sulle qualità dei processi personali degli individui che le compongono. Nulla su parole, suoni e immagini che accomunano o distinguono gli uomini di questo tempo, quanto e come le qualità predicono, dichiarano o escludono possibilità di ammalarsi di depressione o di adattarsi allo stress che le persone vivono. Questo è vero per la popolazione generale e per quella sanitaria di tutto il mondo. Curanti e Pazienti stanno vivendo un rapporto medico-paziente qualitativamente unico e senza precedenti eccetto forse che durante le guerre mondiali. Tuttavia per la prima volta nella storia potremmo avere la possibilità di raccoglierne contemporaneamente i dati quantitativi e qualitativi e fare luce su aspetti trasversali per razza, cultura, contesto socio-politico, e religione riguardo il vissuto della Depressione e degli altri disturbi psichici.
Questa pandemia, oltre a morte, sofferenza e povertà potrebbe darci un’occasione unica per confrontare parallelamente misure e vissuti attraverso le narrazioni di curanti e pazienti di diversi paesi del mondo e quindi anche su possibili fattori comuni del rapporto medico-paziente fino ad ora poco studiati.
La Medicina Narrativa unita alla EBM potrebbe gettare luce su aspetti della nostra natura, della salute mentale e del rapporto tra questa e la Depressione ancora non “scientificamente” considerati. “L’universo è scritto in lingua matematica” sostiene Galileo, ma questa verità coesiste con quella della proposizione di Terenzio “Homo sum, humani nihil a me alienum puto” in altri termini: natura, cultura, ambiente e storia personale sono le variabili che compongono il sistema complesso della Salute Mentale di ognuno di noi. Tuttavia circa la natura Heisenberg afferma: “La scienza naturale (…) non è semplicemente una descrizione e una spiegazione della natura; essa è parte dell’azione reciproca tra noi e la natura” da questa evoluzione del pensiero scientifico, John Wheeler dirà poi che deriva un “universo partecipatorio” la cui struttura matematica è sempre presente ma non più lineare, mostrandone così la complessità. Da qui emerge la necessità di nuovi modelli capaci di comprendere dimensioni dell’esperienza umana che fino a ieri erano considerate metafisiche ma, che da Popper in poi, vanno inserite in quell’universo partecipatorio divenuto scientificamente irrinunciabile per lo studio di ciò che è umano, e a maggior ragione, della Salute Mentale come specifica espressione del nostro Genere.
La medicina narrativa coi suoi strumenti di analisi e attraverso il Metalinguaggio Semantico Naturale può essere il veicolo della Grande Opportunità di conoscenza che la Pandemia ci offre. Quest’ultima, d’altro canto, è stata anche la motivazione da cui è nata una delle più grandi avventure scientifiche di tutti i tempi, quella che ha condotto alla creazione di un vaccino in soli dieci mesi attraverso la collaborazione partecipata e sinergica di laboratori di tutto il mondo. Una “confederazione” mai realizzatasi prima eppure già “sentita” e quasi presagita dalla Narrazione durante un’altra catastrofe: era il 1836, l’epidemia di colera sferzava Napoli e Giacomo Leopardi alle pendici del Vesuvio, da Torre del Greco, pochi mesi prima di morire scriveva nella Ginestra:
l’umana compagnia,
tutti fra sé confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con vero amor, porgendo
valida e pronta ed aspettando aita
negli alterni perigli e nelle angosce
della guerra comune. (…)
Vorrei concludere con una piccola storia di Pandemia e Salute Mentale: a pochi passi da casa Leopardi, a Recanati, sul retro del vecchio ospedale che comprende anche una Struttura Residenziale Riabilitativa per Pazienti Psichiatrici, c’è un giardinetto. Lo hanno creato loro nella primavera scorsa durante i giorni del primo lockdown. Secondo le disposizioni ministeriali sulla sicurezza, gli Ospiti della Struttura potevano incontrare famigliari e amici solo in luogo protetto e possibilmente all’aperto, ma non c’era, ancora e così l’hanno costruito. Al suo centro Operatori e Pazienti insieme hanno voluto piantare una ginestra e intorno a lei, dipinto sui sassi, si legge:
tuoi cespi solitari intorno spargi,
odorata ginestra,
contenta dei deserti.
Articolo a cura di Dr. Ubaldo Sagripanti, Psichiatra, ASUR Marche DSM AV3 – Civitanova Marche
Bibliografia
- Emotional responses and coping strategies of nurses and nursingcollege students during COVID-19 outbreak Long Huang Fuming Xu Hairong Liu https://doi.org/10.1101/2020.03.05.20031898
- Il Futuro è aperto, Popper K; Lorenz K. Rusconi Editore 1989 Il Tao della Fisica, F. Capra; Adelphi 1994
- Impatto della pandemia COVID-19 sulla salute degli operatori che lavorano in strutture sanitarie o centri per la salute. The COVID-19 HEalth caRe wOrkErS (HEROES) study
- La Ginestra o il fiore del deserto, G. Leopardi 1836 in C.Salinari, C. Ricci Storia della Letteratura Italiana; Ed Laterza 1979
- Medicina Narrativa, un punto di svolta per prendersi cura della della Depressione M.Balestrieri; P.Chesi; M.G. Marini; C.Mencacci; M. Migliorati; M.Pompili; L.reale; U.Sagripanti; S,Varia Effedi Ed. Dec 2020 Rapporto ISS COVID-19 • n. 23/2020
- The psychological impact of COVID-19 on General Practitioners in Piedmont, Italy Lorys Castelli , et Al .jad.2020.12.008
- The psychological and mental impact of coronavirus disease 2019 (COVID-19) on medical staff and general public – A systematic review and meta-analysis Min Luo,a Lixia Guo,b Mingzhou Yu,c Wenying Jiang,d and Haiyan Wange,⁎ Psychiatry Res. 2020 Sep; 291: 113190.