La Forest Therapy nasce negli anni ’80 in Giappone, grazie alle osservazioni del medico immunologo Qing Li. Lo scopo era quello di sensibilizzare ai concetti di promozione della Salute attraverso pratiche di avvicinamento alla Natura e agli Alberi, di potenziare il sistema immunitario e di svolgere un benefico effetto di rilassamento e di miglioramento di numerosi parametri biologici. In Giappone, dove la terapia forestale è oggi prescritta regolarmente dai Medici, si usa il termine Shinrin-yoku, traducibile con “Bagno nel Bosco” o “Immersione Forestale”, che indica la pratica di recupero del benessere fisico e psichico mediante il lento e consapevole inoltrarsi in una Foresta, trascorrendo del tempo a diretto contatto con essa.
Ad oggi centinaia di studi scientifici in ambito sanitario, clinico, fisiologico e psicologico, hanno esaminato le risposte che si attivano nel nostro organismo a seguito dell’inalazione delle sostanze volatili diffuse naturalmente nei Boschi e nelle Foreste, originando proprio dagli Alberi, dalle foglie, dalla corteccia, dai fiori e anche dalle radici e dal terreno. Queste sostanze (ad oggi ne sono stati identificate e classificate circa 3000) sono definite B-VOC – Composti Organici Volatili di origine Biogenica, e costituiscono un insieme eterogeneo di molecole organiche tra cui Terpeni, Terpenoidi, Fitoncidi, Cariofilleni, Esteri, Alcooli, Eteri emesse spontaneamente e continuamente dalle Piante e capaci di svolgere una vasta gamma di funzioni.
Circa trecentomila anni fa, quando la nostra specie “Homo Sapiens” iniziava la sua avventura sulla Terra, le Piante erano già presenti da centinaia di migliaia di anni: l’Uomo si è evoluto dentro le Foreste, respirando e assimilando i B-VOC, per cui le nostre cellule così sollecitate hanno imparato ad esprimere i recettori (di membrana e intracellulari) per interagire con queste molecole volatili e diffusibili
Molti sono gli effetti già dimostrati sulla nostra Salute dalla Ricerca Scientifica mediante la pratica della Medicina Forestale:
- rafforza le difese immunitarie e antitumorali (Tsao TM et al, 2018. Li Q et al, 2014. Li Q et al 2011a. Li Q et al 2011b. Li Q et al, 2010. Li Q, Miyazaki Y et al, 2009),
- migliora la funzionalità dei sistemi cardio-vascolare, broncopolmonare, metabolico e muscoloscheletrico (Li Q et al, 2016. J. Lee et al, 2014),
- favorisce la convalescenza nelle fasi di recupero (Jin-Woo Han et al, 2016. Song C.R. et al, 2015),
- combatte le conseguenze dello stress cronico (Baldwin Ann Linda, 2012),
- migliora la funzione psichica, le prestazioni mnesico-attentive (Nutsford D. et al, 2013. Min Ho Chun et al, 2017. Erin Largo-Wight, 2011).
In Italia la pratica della Forets Therapy è molto recente, è accessibile a tutti e può essere praticata nel Bosco, Foresta o Parco Urbano per un tempo medio di almeno 4-6 ore a settimana, in tutte le diverse stagioni. Alcuni territori sono stati “qualificati” nel nostro Paese con il termine di “Forest Bathing” secondo parametri specifici di salubrità del terreno, dell’aria e delle acque (è possibile verificarne la posizione e le caratteristiche sul sito dell’A.I.Me.F, Associazione Italiana di Medicina Forestale), ma ogni ambiente boschivo purchè lontano dal traffico cittadino e preferibilmente caratterizzato da alberi non piantumati può svolgere azione benefica in linea con i principi della Forest Therapy.
Nel corso del Bagno di Bosco è possibile svolgere diverse attività che stimolino la socializzazione attraverso giochi di gruppo, e la pratica di attività cosiddette body-mind quali Yoga, Mindfulness, Tai Chi, o approfondimenti mirati sugli oli essenziali emanati dalle piante corcostanti. Si stanno inoltre introducendo altre pratiche di supporto e aiuto alla consapevolezza quali il Biblioaiuto (noto anche come Bibliotherapy in lingua inglese) e la creazione di un diario Narrativo che supporti la capacità di espressione e rappresenti un filo conduttore nelle esperienze di sanitari e partecipanti. L’integrazione della Medicina narrativa rappresenta uno degli obiettivi principali verso cui la Comunità scientifica deve muoversi al fine di ottimizzare il beneficio del contatto con gli Alberi e con il gruppo partecipante, alla luce della possibilità che offre di rielaborare e manifestare, verbo caro a chi cerca di integrare la spiritualità nel proprio percorso di vita.
Il mio invito ai colleghi Medici e Sanitari è quindi quello di allearci per sostenere sempre di più il processo di riavvicinamento delle persone alla natura, per aumentare il potenziale intrinseco di autoguarigione presente in noi e nei nostri pazienti, consigliando e prescrivendo la Forest Therapy, in maniera complementare a qualunque altra cura sia necessario raccomandare per le varie patologie riscontrate. Questo semplice atto ci porterà davvero nella direzione di una Medicina Centrata sulla Persona e non soltanto sulla patologia, come l’O.M.S. da tempo ci suggerisce. Mi fa piacere riportare le parole del Prof. Stefano Mancuso (Direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, Università di Firenze):
passare del tempo nel Bosco, tra gli Alberi, ha tali e tanti positivi effetti sulla nostra salute fisica e psichica, che la cura delle Foreste dovrebbe essere un ambito della Sanità, più che dell’Ambiente.
Concludo con un componimento poetico, contributo a cura della Dott.ssa Rosita Privitera, psicologa che ha partecipato ad alcune immersioni da me guidate, dedicata agli Alberi:
Alberi
Poi tutto passa…i ricordi, quelli tristi, I più belli, I successi, I fallimenti…Anche il più sordo dolore e la gioia più vibrante sono destinati a svanire.
Passano le generazioni, le motivazioni, le ragioni.
Solo la sacralità degli istanti di autenticità permane trasformandosi in un divenire senza fine.
L’eternità, come lo spazio, si espande impalpabile e a noi invisibile, ci sfiora senza rumore.
Come silenziosi osservatori immobili, gli alberi sono testimoni del lento e profondo scorrere della vita e degli impercettibili istanti di eternità. Gli Alberi, con I loro rami, radici che svettano nel cielo, sussurrano la profondità dell’incessante fluire, senza fine!
Giovanna Borriello è neurologa e Responsabile del Centro di riferimento per la Sclerosi Multipla dell Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, mentre presso la NCL sono Responsabile del Centro di ricerca clinica applicata alla Sclerosi Multipla.