RICONOSCIMENTO: UN’INTRODUZIONE PER LEGGERE QUESTO NUMERO

Questo numero di Cronache di Sanità e Medicina Narrativa desidera occuparsi di buoni esempi di leadership in Sanità.

Abbiamo riscontrato dalla ricerca La Vita nelle Organizzazioni Sanitarie disponibile sul sito www.medicinanarrativa.eu, nelle narrazioni, che un punto di fragilità del servizio sanitario era quello della quasi totale assenza di “riconoscimento” dato ai propri collaboratori. E’ su quel “quasi” che abbiamo concentrato i nostri sforzi, per cercare di intervistare esempi, pur se tra molteplici difficoltà di budget, di risorse e di tempo, consideriamo delle leadership efficaci.

A partire proprio da quel punto dolente, “il riconoscimento”. Siamo esseri animali, ce ne dimentichiamo troppo spesso,  e per di più mammiferi: e allora il primo sguardo da neonati di chi ci ri-conosce è la mamma, o qualsiasi altro adulto che verso di noi ci guarda e ci sorride prendendoci in braccio. Come scrive Paul Ricoeur, filosofo del Riconoscimento,  anzitutto, il riconoscimento è identificazione. E’ l’Altro la ragione per cui esistiamo, lavoriamo, amiamo: senza l’altro non potremmo nemmeno riconoscere il nostro amor proprio.  E allora in una organizzazione sanitaria  che funzioni il Riconoscimento che arriva dal paziente- come dimostrato nella nostra ricerca-  è un ottimo risultato, ma non sufficiente. Quel quasi assente, da parte del management si può e deve trasformarsi  in quasi presente, sino ad essere presente. Nelle organizzazioni affaticate e stanche come quelle post- Covid e un’età media di medici di 54 anni, il Riconoscimento rimane una leva motivazionale impressionante e low cost. Accorgerci che ci sono i propri collaboratori, encomiarli in pubblico, sostenerli, favorire la loro formazione continua, ringraziarli per il tempo che stanno dedicando, lasciando loro spazio di parola senza minaccia di inconsce ritorsioni.

Questo il Riconoscimento che se attuato su una base di continuità potrà anche rinforzare l’auto- riconoscimenti di ciascun collaborator*.

Ecco perché abbiamo inserito in questo numero diverse letture proprio sul tema del riconoscimento: Riconoscimento è anche Reciprocità.  Ricoeur insiste nell’individuare il motore della reciprocità del riconoscimento nell’amore e nel dono. E’ questo che è il vero motore delle organizzazioni.

Maria Giulia Marini

Epidemiologa e counselor - Direttore Scientifico e dell'Innovazione dell'Area Sanità e Salute di Fondazione Istud. 30 anni di esperienza professionale nel settore Health Care. Studi classici e Art Therapist Coach, specialità in Farmacologia, laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Ha sviluppato i primi anni della sua carriera presso aziende multinazionali in contesti internazionali, ha lavorato nella ricerca medica e successivamente si è occupata di consulenza organizzativa e sociale e formazione nell’Health Care. Fa parte del Board della Società Italiana di Medicina Narrativa, Insegna all'Università La Sapienza a Roma, Medicina narrativa e insegna Medical Humanities in diverse università nazionali e internazionali. Ha messo a punto una metodologia innovativa e scientifica per effettuare la medicina narrativa. Nel 2016 è Revisore per la World Health Organization per i metodi narrativi nella Sanità Pubblica. E’ autore del volume “Narrative medicine: Bridging the gap between Evidence Based care and Medical Humanities” per Springer, di "The languages of care in narrative medicine" nel 2018 e di pubblicazioni internazionali sulla Medicina Narrativa. Ha pubblicato nel 2020 la voce Medicina Narrativa per l'Enciclopedia Treccani e la voce Empatia nel capitolo Neuroscienze per la Treccani. E' presidente dal 2020 di EUNAMES- European Narrative Medicine Society. E’ conferenziere in diversi contesti nazionali e internazionali accademici e istituzionali.

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