Le dichiarazioni di intenti proseguono epiche e necessarie come i Sustainable Development Goals in un altro storico meeting nel 2015 con la Nazioni Unite, che inseriscono per la prima volta con pari opportunità anche i diritti del pianeta.
Noi però, autori di questo libro, abbiamo voluto disegnare come copertina del libro “La salute nei secoli” una spirale: leggendo i tratti comuni tra scoperte scientifiche, questioni morali, guerre e malattie, abbiamo cominciato a dubitare sul motto “Historia magistra vita” per creare benessere e dunque salute. Una buona vita, che vuole il benessere per gli individui e le popolazioni: malgrado la storia e gli storici siano lì a documentare guerre e battaglie di difesa e offesa, pestilenze per non aver chiuso in tempo i porti, e questa eccessiva fiducia nella capacità del progresso tecnologico, le vicende di ripetono gestite da un Sapiens che forse si sta dimostrando molto InSapiens nella lunga gittata.
Corsi e ricorsi: ne parlava il filosofo napoletano Giambattista Vico, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo (11). Lo studio della storia è per Vico una ‘Scienza nuova’, la quale, mediante l’unione di filosofia e filologia, deve occuparsi di individuare e documentare gli eventi, i fatti, ma soprattutto deve interpretarli ricercandone quelle ragioni ideali ed eterne, che sono destinate a presentarsi costantemente, in modo ripetitivo anche se in gradi diversi, all’interno di tutti i momenti della storia: i corsi ed i ricorsi storici.
Nel suo pensiero, l’essere umano è sempre uguale a sé stesso, pur nel cambiamento delle situazioni e dei comportamenti storici. Ciò che si presenta di nuovo nella storia è solo paragonabile per analogia a ciò che si è già manifestato. Vico concepisce i ricorsi non come una successione e un ripetersi delle forme politiche delle nazioni, bensì come una successione e un ripetersi di tutte le forme della cultura umana e sociale. Vico sistematizza la storia come una vicenda caratterizzata da una sua intrinseca razionalità: per il filosofo, si tratta di cogliere le norme e le leggi di quel grandioso e non rettilineo cammino che è il cammino storico delle nazioni.
È come se, per trovare il senso degli eventi particolari, Vico ci invitasse a guardare al di là di tali fatti, per cogliere dentro la storia un’altra storia invisibile: quella delle ragioni e dei fini più profondi. Il senso della storia è, per Vico, nella storia e, nello stesso tempo, fuori di essa: gli effetti delle azioni vanno sempre oltre l’intenzionalità specifica degli uomini; l’uomo fa più di quanto sa e spesso non sa quello che fa.
Io penso che l’essere umano la storia l’abbia studiata abbastanza e abbia tutte le nozioni per saper dire basta: eppure non è successo, anche dotati di cultura storica, e quindi la storia è ricorsiva. Perché? Secondo Vico c’è una ragione divina, secondo le ultime scoperte dei neuroscienziati c’è una ragione “di specie animale”.