Se la pandemia del COVID-19 ha presentato nuove sfide nella cura dei pazienti e nel sostegno alle loro reti familiari e affettive, la questione del lutto è stata particolarmente critica e dolorosa: in molti hanno perso una persona cara senza la possibilità darle un ultimo saluto.
In un suo articolo su The Conversation, Lucy Selman commenta che – sebbene vestire i familiari dei pazienti con i DPI prenda diverso tempo, e li metta a rischio di contagio – anche una breve visita potrebbe fare la differenza: il commiato riveste un’importanza affettiva e simbolica fondamentale.
Se le visite non sono possibili, la comunicazione tra pazienti e familiari tramite smartphone e tablet può essere di conforto, ma – prosegue Selman – serve una grande sensibilità: alcuni medici di un ospedale svizzero consigliano molta attenzione a usare il contatto virtuale quando il paziente sta morendo, dal momento che assistere a un decesso in un reparto di terapia intensiva potrebbe essere traumatico.
La pandemia da COVID-19 ha portato molte persone non solo a non poter prendere commiato dalla persona cara, ma anche ad affrontare il lutto in solitudine, senza la vicinanza di altri affetti e senza il contatto umano che – in questi momenti – sono fondamentali anche più delle parole. Che sia un funerale, una processione, un rinfresco, una commemorazione, quello che tutti i riti funebri condividono è la connessione tra persone che condividono il ricordo di una persona.
Siamo animali sociali, e i rituali hanno un significato. Il lutto, in particolare, è un rituale che condividiamo anche con altre specie animali. Come sottolinea l’antropologo Adriano Favole nel suo libro Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte, quando i primi antropologi iniziarono a riflettere sul tema della morte nelle società extra-occidentali, divenne immediatamente chiaro che molto spesso questa veniva concepita come un processo trasformativo, accompagnato da riti, pratiche, comportamenti. Il corpo del defunto, le pratiche che segnano i momenti liminali alla morte e quelle relative al ricordo e alla memoria, nonché i comportamenti e i riti che si tengono in morte di una persona cara o socialmente importante, hanno una importanza, una vita sociale.
Con l’epidemia di Ebola prima e con quella del COVID-19 ancora in corso, queste pratiche sono state sconvolte dal profondo. Il lutto è stato quindi al centro di queste pandemie in diversi modi – dal punto di vista del numero di persone affette decedute, del dolore della perdita di una persona cara e di quello, nuovo, di non poter in alcun modo renderle omaggio come si vorrebbe, di non poter rendere questo dolore collettivo, socializzarlo.
Proviamo qui a segnalare considerazioni e risorse che possano essere d’aiuto in una riflessione su come si sono trasformati la perdita di una persona cara e il lutto:
Coronavirus is changing funerals and how we deal with the dead
Grief At A Distance: How Coronavirus Has Changed The Way We Mourn
Grief and COVID-19: Saying goodbye in the age of physical distancing