Invitiamo in questa occasione i nostri lettori a consultare il sito web dell’OECD, l’Organisation for Economic Co-operation and Development, ente che comprende 28 Paesi a livello globale (fra cui Europa, Oriente, Pesi Scandinavi, le Americhe) e che promuove politiche di sviluppo economico per il benessere dei popoli nel Mondo. Sul sito OECD potrete trovare dati e informazioni sulle condizioni di salute e sull’impatto dei fattori determinanti per la salute, come lo stile di vita, il livello di istruzione, lo stato di benessere dei Paesi associati. In particolare, desideriamo segnalarvi il documento relativo all’aspettativa di vita, che mostra alcune significative differenze nei diversi popoli sondati.
A pagina 22 del documento, la tabella 1.1 indaga la longevità della popolazione, confrontando l’età media della popolazione maschile e femminile, la media di anni vissuti dopo i 65 anni nella popolazione generale, la prevalenza di mortalità dovuta a patologie cardiache acute (ischemia, infarto) e la prevalenza di patologie neurodegerative (demenza senile) nei diversi Paesi sondati. Rispetto a Paesi dell’Est Europa che mostrano i peggiori risultati di durata di vita, l’Italia si posiziona molto bene per aspettativa di vita, al quarto posto dopo Giappone, Corea e Francia. Le donne vivono mediamente quattro anni di più degli uomini, ma l’invecchiamento è spesso segnato da decadenza cognitiva, con un’alta prevalenza di demenza senile (vedi Tab 1.1). A pag. 24 nella tabella 1.2, fra i fattori di rischio per la salute presunti sono la prevalenza di fumatori, il consumo medio di alcolici, la prevalenza di obesità, e l’inquinamento atmosferico. Da questi dati si evince che il tabagismo è particolarmente presente in Turchia, Austria, Ungheria, mentre i dati peggiori di consumo di alcolici sono stati registrati in Austria, Belgio e Francia, paesi famosi per i loro prodotti quali birra e vini pregiati. Paesi nordici come Finlandia, Canada e Islanda, e la Svizzera sono i meno inquinati fra i paesi sondati. L’Italia si colloca nella media per quanto riguarda tabagismo, inquinamento e consumo di alcolici, mentre la dieta mediterranea sembra essere un fattore preventivo per quanto riguarda la prevalenza dell’obesità, posizionandosi fra i paesi più virtuosi (vedi tab 1.2).
La tabella 1.3 mostra i dati di accesso alle cure (pag. 26), sondando la copertura assicurativa, la spesa media non coperta dall’assicurazione sanitaria, il tempo di attesa per un’operazione di routine come la cataratta, e la percentuale di visite annullate per eccessivo costo. Anche in questo frangente l’Italia si posiziona in posizione centrale, garantendo una delle più alte coperture assicurative (sanità pubblica) e assicurandosi il minor tempo d’attesa per operazioni di routine. Al contrario, il Cile, l’Estonia, la Polonia e gli USA hanno dimostrato di avere basse prestazioni nell’accesso alle cure (vedi tab.1.3). L’’Italia si posiziona fra i primi paesi anche per qualità di cura (tabella 1.4 a pag. 28) di patologie respiratorie (asma e BPCO), dei reparti maternità (capacità campo ostetrico), e maggiore sopravvivenza a infarto e cancro colon. Tuttavia, siamo fra i più grandi consumatori di antibiotici, suggerendo la necessità di una campagna di sensibilizzazione per ridurne l’utilizzo quando non necessario.
La figura 2.4 a pag. 37 mostra infine i maggiori determinanti al miglioramento dello stato di salute, secondo quanto emerso dall’indagine. Interessante notare che la spesa sanitaria si rivela il fattore chiave più impattante, insieme ad un sistema educativo e formativo adeguato per mantenere il benessere e la salute nella popolazione. La tabella 3.6 a pag. 53 mostra l’incidenza della mortalità, divisa per paese, per malattie legate al sistema cardiovascolare, cancro, patologie del sistema respiratorio, malattie neurodegenerative, e cause esterne. Come si evince dal grafico, l’Est Europa ha maggiore incidenza di mortalità per malattie cardiache e cancro, mentre l’indice più alto di decessi per patologie neurodegenerative sembra essere presente in Paesi Europei e Nord Americani, probabilmente a causa della maggiore longevità. Nella stessa pagina, la tabella successiva confronta le principali cause di mortalità fra uomini e donne. Interessante notare che le maggiori differenze fra le due popolazioni emergono nei valori di decessi per demenza senile (maggiore nelle donne) e morti per incidente (maggiori negli uomini).
L’ultimo dato, secondo noi importantissimo, è quello che vi proponiamo di osservare, a partire dalla pagina 101 del documento: vi sono delle voci sondate per la quale l’Italia purtroppo non raccoglie i dati, o per ignoranza o per insensibilità. Fa particolarmente riflettere il fatto che queste voci siano maggiormente legate all’ascolto del paziente, tema che la Medicina Narrativa e l’Area Sanità di Fondazione ISTUD promuove da anni. Il Bel Paese, infatti, non è contemplato nelle indagini relative al tempo dedicato alla visita, alle decisioni condivise con i curanti, e alla comunicazione al paziente. Ciò suggerisce la necessità di proseguire nella diffusione dell’approccio narrativo e di cominciare a interessarci tutti anche del vissuto del paziente e della qualità della visita medica che offriamo a chi soffre.