Il Cinema secondo Edgar Morin nel suo celebre lavoro: “L’uomo e l’immaginario cinematografico” (1982 Milano), è una “macchina” che permette allo spettatore di pensare attraverso il coinvolgimento emotivo ed affettivo, che appartiene alla simbolizzazione, e il distanziamento critico e analitico che appartiene alla razionalizzazione.
Tale dinamica rappresenta l’analogia più stretta con la pratica terapeutica consentendo al medico di pensare non solo da un vertice razionale, ma considerando anche i propri vissuti personali per sviluppare, così, una relazione meno disagiata con il paziente, con i colleghi e con le Istituzioni in cui opera.
Articolo completo di Giuseppe Ballauri “Essere medico attraverso il cinema”