Esistono dolori che non si vedono. Si nascondono dietro un sorriso forzato, dietro una giornata portata avanti con fatica, dietro una notte insonne passata a cercare sollievo. Questi dolori non hanno un segno evidente sulla pelle, non gridano, ma esistono, pungenti e incessanti. Per molte donne, il dolore è una presenza costante, un compagno invisibile che condiziona il corpo, la mente e il cuore. Questo progetto, Endometriosi e Adenomiosi: un viaggio nel dolore nascosto, nasce per dare voce a chi sente di non averne più, per trasformare il silenzio in parole, il dolore in consapevolezza, e la solitudine in condivisione.
L’endometriosi e l’adenomiosi sono malattie spesso dimenticate, sussurrate a bassa voce come se nominarle potesse renderle più reali. Eppure, sono realtà concrete che toccano milioni di donne, colpendo ogni aspetto della loro vita: il lavoro, le relazioni, la maternità, la percezione di sé. Sono patologie invisibili agli occhi degli altri ma vividamente presenti in chi le vive. Ogni donna che affronta questo viaggio racconta una storia fatta di ostacoli e resistenza, di diagnosi tardive, di medici che minimizzano, di affetti che non comprendono. Ma questo progetto vuole essere più di una semplice testimonianza: vuole diventare un faro che illumina il buio, un richiamo gentile ma potente per dire a tutte: non siete sole.
Questo viaggio nel dolore nascosto è un percorso che unisce conoscenza, empatia e cura. Ogni parola, ogni immagine, ogni respiro è pensato per creare uno spazio sicuro, dove il dolore non viene sminuito, dove ogni voce può finalmente essere ascoltata. È un progetto che nasce dall’amore per chi combatte quotidianamente contro il proprio corpo, per chi si sente aliena nella propria pelle, per chi, spesso, ha perso fiducia nei medici, negli altri e in sé stessa.
Attraverso la raccolta di racconti che diventano spazi di condivisione, questo progetto permette di rompere il muro di silenzio che circonda l’endometriosi e l’adenomiosi.
Dare voce a chi non ne ha significa restituire dignità e valore a ogni sofferenza, significa riconoscere che il dolore è reale anche quando non si vede, che merita attenzione, cure adeguate e un nuovo linguaggio per raccontarlo.
Un linguaggio che non sia più fatto di parole come “esagerazione” o “normale”, ma che parli di ascolto, di trattamento, di speranza. Il dolore non dovrebbe mai essere la normalità. Nessuna donna dovrebbe sentirsi dire: “È solo un ciclo mestruale, passerà”. Nessuna donna dovrebbe sentire che il proprio dolore è meno importante di quello degli altri. Con questo progetto, il dolore diventa finalmente visibile, nominabile, tangibile. Diventa il punto di partenza per creare consapevolezza, supporto e solidarietà. Questo viaggio nel dolore nascosto è anche un viaggio verso la speranza. Quando il dolore viene riconosciuto e condiviso, perde un po’ del suo peso. Quando una voce si unisce ad altre cento, il silenzio si trasforma in un coro potente che chiede ascolto e cambiamento. Questo progetto accoglie non solo le donne che soffrono, ma anche le famiglie, i medici, e chiunque desideri capire meglio e offrire il proprio sostegno.
Marzia Casilli
Scrittrice. Ha frequentato la scuola di teatro C.A.S.T., seguendo corsi di recitazione, storia del teatro e drammaturgia con il regista Alessandro Marinelli. Cofondatrice e vicepre-sidente dell’Associazione Culturale Das Andere ad Ascoli Piceno. Diplomata alla Scuola Holden in Scrittura Creativa con specializzazione in “Storytelling and Performing Arts”. Autrice di racconti e articoli pubblicati su riviste letterarie e raccolte, tra cui il romanzo Con il mare in tasca (Talos, 2015), vincitore del secondo premio Eccellenze. L’ultimo racconto, pubblicato nel 2023 su Risme, è stato accolto come un importante contributo letterario. Ha frequentato corsi e master di medicina narrativa, l’ultimo con Istud. Si occupa di storytelling e medicina narrativa nella web agency di Istituto Santa Chiara, clinica di riabilitazione funzionale con sette sedi sul territorio nazionale.