Siamo lieti di presentare il contributo di Ourania Varsou, BSc, MBChB, PgCert, PhD, AfHEA, RET Fellow e Docente di Anatomia all’Università di Glasgow.
Recentemente ho tenuto un workshop di poesia interattiva online per il Master ISTUD in Medicina Narrativa Applicata. Gli studenti provenivano da diverse parti del settore sanitario, in Italia, e alcuni avevano affrontato la cruda realtà del COVID-19 come professionisti della salute in prima linea. Consapevole di questo, durante la progettazione del workshop, sono stata attenta nella scelta delle poesie. Volevo, attraverso queste poesie, dare la possibilità di avere una discussione equilibrata e interattiva su temi come la voce/prospettiva dei pazienti, l’interdipendenza universale e l’equilibrio tra l’uomo e la natura, le interconnessioni umane e, in ultima analisi, la speranza, considerando anche tutto questo nel contesto della pandemia COVID-19.
La poesia scritta è una componente essenziale della letteratura, e la poesia parlata esisteva già prima che il linguaggio scritto si evolvesse con forti legami con le tradizioni orali e la performance. Ad esempio, nell’antica Grecia, la poesia lirica (come le poesie di Saffo) rappresentava la sofferenza umana o rifletteva importanti temi socio-politici e culturali dell’epoca, e la poesia epica (ad esempio l’Iliade e l’Odissea di Omero) cercava di catturare la straordinaria natura degli esseri umani. Entrambe sono scoperte non rare nella poesia parlata e scritta dei giorni nostri. La ricerca ha dimostrato che la recitazione della poesia può suscitare risposte emotive che coinvolgono le aree di ricompensa primaria del cervello umano. La poesia può anche aumentare l’intelligenza emotiva. Inoltre, può permettere ai professionisti della sanità di apprezzare la sofferenza e la malattia umana e di sviluppare la compassione.
Per il workshop online dell’ISTUD, dopo averne discusso con i direttori del programma che mi ha permesso di comprendere meglio le esigenze di apprendimento di questa particolare coorte, ho scelto le seguenti tre poesie:
- John Donne, For Whom the Bell Tolls
- Nuala Watt, The EYE chart
- William Blake, Auguries of Innocence (strofe selezionate) abbinato alla sua pittura Age Teaching Youth.
Sebbene quella di John Donne, For Whom the Bell Tolls, possa inizialmente avere un significato cupo con l’esplorazione della morte, essa mette in evidenza l’importanza delle interconnessioni umane e forse c’è anche uno spiraglio di speranza con l’accoppiata “Nessun uomo è un’isola, Intero di se stesso”. Durante il workshop, questi pensieri sono stati discussi con gli studenti sottolineando che possiamo superare qualsiasi “campana” insieme alla solidarietà e alla speranza di fronte alle avversità che in questo momento è COVID-19. Nuala Watt, The EYE chart, discute la voce/prospettiva del paziente e combina in modo eloquente l’elemento scritto con l’aspetto visivo. Attraverso questa poesia, durante il workshop, si è esplorato l’elemento narrativo delle esperienze e delle voci dei pazienti. Come ho discusso nel mio recente blog dello YAS sui legami tra le discipline umanistiche mediche e COVID-19, i risultati, comprese le poesie, formeranno “narrazioni potenti che documentano l’attuale pandemia”, fornendo un’istantanea simile delle nostre esperienze alle generazioni future. Infine, ho usato tre strofe tratte da Auguries of Innocence di William Blake che promuovevano la discussione sui legami tra l’uomo e la natura, l’interdipendenza universale, l’empowerment e la speranza. La pittura “Age Teaching Youth” ha contestualizzato alcuni dei pensieri di cui sopra nell’arte visiva con un focus sull’interdipendenza.
Come praticante, ho trovato questa sessione che mi ha aperto gli occhi in termini di emozioni e pensieri riflessivi generati come parte della discussione interattiva. L’impatto di COVID-19 sui professionisti della salute in prima linea è evidente ed è importante identificare e coltivare modi per promuovere la discussione riflessiva su argomenti difficili utilizzando narrazioni come la poesia.