CASI /STORIE

Il caso di G. L. La medicina narrativa e le dinamiche nascoste della mente
Fabrizio Benedetti, Carocci Editore, 2013

Questo libro è la storia di un disagio. Il disagio del ventenne G. L., la cui vicenda dagli esiti tragici viene ripercorsa da Fabrizio Benedetti alla luce della cosiddetta “medicina narrativa”. Attraverso una serie di lettere indirizzate al suo medico – che si alternano a capitoli di descrizione scientifica – è G. L. stesso a farci entrare nel suo mondo e nel suo malessere. Le cui ragioni profonde, al di là di un’apparente depressione e melanconia, si svelano a mano a mano che procediamo nella lettura. Il fascino di questo caso è tutto nel perché G. L. arrivi all’autodistruzione e nel messaggio che ne scaturisce: le dinamiche della mente sono spesso imperscrutabili e solo mediante l’introspezione e l’ascolto del paziente possiamo capire a fondo il significato del suo disagio.

 

Medicina narrativa : storie e parole nella relazione di cura
Giorgio Bert, Il Pensiero Scientifico, 2007

La medicina narrativa non è una disciplina, ma un atteggiamento mentale del medico e questo libro non è un manuale di tecniche, ma una mappa per scoprire un territorio vasto, affascinante e in gran parte ancora ignoto: il mondo dell’altro, del paziente. Ciò richiede competenze che hanno a che fare con la relazione. E poiché la relazione consiste in uno scambio di “narrazioni”, è opportuno che il medico apprenda a leggere le narrazioni dell’altro e a scoprire il mondo di significati, convinzioni e miti che fanno del paziente (come di ogni persona) un’entità unica e irripetibile. Il libro mostra alcuni dei percorsi formativi che contribuiscono a costruire questo atteggiamento mentale e traccia un percorso utile al medico che voglia intraprendere l’avventura della medicina narrativa

 

Confesso che ho curato
Luciano Vettore, Maria Stella Padula, Collana di Medicina Narrativa, Athena, 2010

Questo libro raccoglie le narrazioni di esperienze emozionanti riservate a chi cura in ospedale, come l’autore. Qui, chi legge, inizia un “viaggio” immaginario con l’autore, e scopre nello spazio-tempo ristretto dell’ospedale un’altra cosa: nelle buone pratiche di cura tra persone fino a poco prima estranee tra di loro, è possibile la circolarità della cura in cui curanti e curati sono tutti attori di reciproche attenzioni. E questa la testimonianza che queste narrazioni vogliono lasciare ai giovani colleghi impegnati nel faticoso affascinante apprendimento dell’arte della medicina. Insegnamento testimoniato silenziosamente da chi lo avvia nelle corsie dell’ospedale e da chi lo persegue poi nell’ambulatorio del medico di famiglia (sì, è proprio questo il nome che si meglio si adatta al medico della persona) e nelle case.

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