“Benvenuti nella prima Farmacia della Poesia al mondo. Questo bellissimo negozio vittoriano con i suoi scaffali originali e il bancone di mogano è pieno di libri di poesia, filosofia e benessere, di ‘pillole’ e altri regali letterari e prodotti per affrontare i tuoi bisogni emotivi. Il tuo Farmacista della Poesia sarà in grado di prescriverti filtri e tonici adatti, e potrai anche visitare il Caffè Dispensario per farti prescrivere caffè, tè e tisane, bibite, sorbetti e seltz per sollevare gli spiriti”.
Questa è la prima affermazione che si può leggere nella pagina di descrizione della Poetry Pharmacy di Deborah Alma a Bishop’s Castle, Shropshire, UK. Ma cos’è una Farmacia della Poesia e da dove nasce questa idea? Incontriamo Deborah Alma per una classica intervista ma poi decidiamo che la sua storia ha bisogno di un racconto più strutturato…
Ha iniziato la sua attività anni fa mentre studiava per il suo Master in scrittura creativa e lavorava come assistente alla scuola primaria. Allo stesso tempo ha iniziato a lavorare con persone affette da demenza, “ascoltando attentamente le loro parole e scrivendole. Le persone che iniziano a perdere le parole parlano di metafore: “scatole di latta sulla strada” per dire auto è molto più poetico”. Deborah componeva poesie con queste immagini e poi le regalava ai pazienti: “erano sempre così felici che le loro parole fossero prese sul serio ed elevate. Tenevano le poesie e le mostravano in giro”.
Fu lì, ha detto, che imparò ad ascoltare attentamente e ad usare la poesia come mezzo di cura e di empatia. Ha anche iniziato a condividere la poesia con i suoi amici in difficoltà intorno al tavolo della cucina.
Nel 2011 la svolta: mentre navigava su internet alla ricerca di un camper, si è imbattuta in un’ambulanza degli anni Cinquanta in vendita e ha deciso di acquistarla, nonostante fosse un periodo difficile. È così che è iniziata l’avventura della poesia d’emergenza, per otto anni lavorando a festival, conferenze, ospedali e luoghi di cura, biblioteche e scuole. Deborah si vestiva da medico e si faceva accompagnare da una “infermiera di versi” dispensando “poesie in pillole” in un pastiche tra una seduta di terapia e un pezzo teatrale con protagonista un vecchio divano di velluto usato per le “sedute” . La sua attività ebbe un grande successo presso la stampa e ben presto le permise di abbandonare il suo vecchio lavoro e diventare un “poeta dell’emergenza a tempo pieno”.
Oggi Deborah ha venduto l’ambulanza e ha comprato quello che le piace chiamare “uno spazio sociale”: un caffè al piano inferiore, dove la gente si ferma a prendere una tazza di tè, una fetta di torta e leggere la poesia del giorno; al piano superiore una biblioteca, organizzata per emozioni e fasi della vita per rendere la poesia più accessibile e accogliente (Deborah ha sempre fatto del suo meglio per combattere il pregiudizio di una poesia “troppo difficile”). C’è anche un giardino sul retro. Il “divano della consulenza” è ancora lì dai giorni dell’ambulanza e fa parte dell’atmosfera vittoriano-teatrale che si può percepire in tutto il posto. Abbiamo chiesto a Deborah perché ha scelto questa estetica e lei ha detto che si adatta all’edificio e aiuta a creare una certa atmosfera freudiana dove le persone possono sentirsi a proprio agio, rilassarsi e far entrare un po’ di leggerezza.
In effetti, la leggerezza e il benessere sono al centro della conversazione con Deborah. Ci ha spiegato che non vuole far parlare i clienti dei loro problemi, ma le piace chiedere loro “come si rilassano o quali libri gli piacevano da bambini” per capire quando si sentono al meglio e poter prescrivere la poesia perfetta per “tirare fuori il bene di cui hanno parlato”. Deborah non finisce mai di sottolineare l’importanza di ascoltare e fare le domande giuste, “ma solo domande d’amore e piacevoli”. Ha più di una poesia per ogni occasione, poiché mira a trovare sempre un abbinamento personalizzato.
Il covid ha fatto sì che la caffetteria fosse continuamente aperta e chiusa e le sessioni di consulenza impossibili per molto tempo, ma Deborah è ottimista e sta lavorando duramente per ottenere un contributo dall’Art Coucil a formare nuove persone come farmacisti poeti per trovare finalmente un po’ di aiuto e trasmettere alcuni dei segreti.
Nel frattempo, ha potuto anche lavorare ai suoi libri e curare alcune interessanti antologie:
- The Emergency Poet: An Anti-Stress Poetry Anthology
Una nuova brillante antologia di poesie che vi aiuterà a superare lo stress, la depressione e altre ansie. Organizzate per disturbi spirituali, le sezioni includono una serie di versi, nuovi e vecchi, che possono essere di conforto a coloro che hanno bisogno di un “pick-up” per l’anima. - These Are The Hands: Poems from the Heart of the NHS
Questa antologia offre uno sguardo unico sulle esperienze reali delle persone nel cuore del NHS – dallo studente infermiere all’inizio della sua carriera al cardiochirurgo alla vigilia della pensione.
Deborah è in fondo un’anima gentile e premurosa: usa la poesia per curare da molto tempo ormai e, anche se la pandemia è stata dura per lei, non ha mai smesso di prescrivere le sue pillole letterarie attraverso e-mail o sessioni telefoniche, nell’attesa che il sole torni a splendere sulla farmacia del Bishop’s Castle.