DALLA MEDICINA NARRATIVA AL FOREST BATHING: UN PERCORSO DI BENESSERE TRA NARRAZIONE E NATURA – INTERVISTA A GIOVANNA BORRIELLO

Giovanna Boriello è una specialista in medicina forestale e Forest Bathing, discipline che studiano l’impatto positivo del contatto con la natura sulla salute psicofisica. La pratica del Forest Bathing, nota in Giappone come Shinrin-Yoku, si basa sull’immersione consapevole nel bosco per ridurre lo stress e favorire il benessere, con benefici sempre più supportati dalla ricerca scientifica.

  • Giovanna, come è nato il suo interesse per la Medicina Forestale e il Forest Bathing?

Il mio interesse per la Forest Therapy (FT) é nato in piena era COVID-19, nell’ aprile 2020, grazie alla conoscenza con la giovane veterinaria dei miei cani, iscritta da alcuni mesi al corso per esperto facilitatore in Forest Therapy. Lei mi ha fatto conoscere e appassionare a questa realtà, di cui ero a conoscenza rispetto al razionale di base, ma non sapevo all’epoca esistesse in Italia già dal 2018 un’associazione, ovvero AIMeF (Associazione Italiana Medicina Forestale), nata per promuoverne la divulgazione e per coinvolgere gli utenti nelle esperienze di Forest Bathing (immersioni forestali). 

Il mio grande amore per la natura, che mi accompagna da quando ero piccola, combinato alla possibilità di conoscere in maniera approfondita le basi di questa disciplina e, soprattutto, poter prescrivere il bagno di bosco sulla base di una competenza specifica, mi spinsero ad iscrivermi al corso e, da lì a poco, a entrare a pieno titolo nella gestione dell’associazione nel ruolo di responsabile scientifico e coordinatore del comitato scientifico. 

  • In che modo il suo percorso l’ha portata a interessarsi alla Medicina Narrativa e a frequentare il Master ISTUD? Come si intrecciano queste due materie?

Per quanto riguarda la medicina narrativa, occupandomi da 25 anni di sclerosi multipla (SM), una malattia estremamente complessa e variabile da soggetto a soggetto, ho potuto verificare quanto il vissuto di ogni singola persona affetta sia determinante nella gestione dei sintomi, nella compliance ai trattamenti e nell’evoluzione del quadro clinico. Prendersi cura delle persone con SM richiede grandi capacità di ascolto, empatia e volontà di riconoscere che ciascuno (e la relativa famiglia) porta il peso della patologia in maniera diversa. Non voler tenere conto delle caratteristiche e del vissuto individuale rischia di far perdere il focus della cura del paziente, che non è trovare il farmaco giusto tra i tanti fortunatamente ormai disponibili (o meglio, non solo quello), ma soprattutto assicurare un’adeguata qualità di vita e la possibilità di mantenere i propri sogni, aspettative e peculiarità. La necessità di dare una struttura a queste competenze e intuizioni mi ha fatto avvicinare alla medicina narrativa e al master ISTUD; occasione irripetibile di approfondire questa modalità di approccio purtroppo ancora poco applicato e sviluppato nelle sue potenzialità anche in ambito di economia sanitaria e di protezione dal burn-out.

  • Quali sono i principali benefici documentati della medicina forestale su pazienti affetti da patologie croniche come la sclerosi multipla o disturbi della salute mentale? Ci sono benefici anche per sanitari e caregiver?

I benefici documentati sono tanti e riguardano in particolare il benessere psichico, la resistenza fisica, la capacità di gestire la severità dei sintomi e le loro fluttuazioni, l’attenuazione del dolore e la riduzione del ricorso ai farmaci per il trattamento di vari sintomi (spasticità, ansia, astenia e dolore).  In occasione di alcune immersioni da me organizzate ho assistito ad un immediato e duraturo miglioramento di parametri fisici e psichici; in particolare della riduzione di ansia e rabbia, anche dopo una sola immersione di 4-6 ore. I caregiver presenti e i sanitari stessi hanno riportato benefici tangibili in termini di rilascio della tensione muscolare, miglioramento del tono dell’umore e del sonno, prevalenza di pensieri positivi.

  • Quale tipo di formazione è necessaria per diventare operatori qualificati di medicina forestale?

La formazione prevista dalla nostra scuola vede la possibilità di accedere ad un corso che si sviluppa in parte a distanza, con lezioni e webinar disponibili su piattaforma e quindi accessibili in qualsiasi momento; seminari e attività di tirocinio in presenza e un corso intensivo in presenza, della durata di 5-6 giorni per mettere in pratica quanto appreso durante le lezioni. Occorre sostenere un esame finale con discussione di una tesi che il candidato sviluppa con il supporto di uno dei tutor della scuola. È un corso aperto a tutti, che prevede esami diversificati a seconda del background individuale. Per esempio, per i medici che si iscrivono non è necessario effettuare l’esame di fisiologia umana mentre è indispensabile quello di fisiologia vegetale, che non è invece previsto per biologi ed erboristi. Il corso ha una durata di sei mesi circa se si mantiene costante la frequenza e lo studio.

  • Come possiamo sensibilizzare il mondo sanitario e il pubblico su questa pratica?

Sensibilizzare il mondo sanitario è uno dei punti fondamentali della nostra missione, perché soprattutto in Italia, a livello istituzionale la Forest Therapy è poco nota, così come i suoi molteplici benefici sulla salute psichica e fisica, come la possibilità di approccio in termini di medicina preventiva in tantissimi ambiti, quali le malattie metaboliche, autoimmuni, allergiche, psichiche, nelle fasi di riabilitazione e di recupero post-operatorio e nella prevenzione dell’obesità e delle sindromi di ritiro sociale e dipendenza dalla tecnologia nei bambini e adolescenti. Sicuramente parlare di questo approccio nelle scuole e nei contesti di aggregazione sarebbe un’ottima modalità per far conoscere le pratiche di FT e i suoi obiettivi.

  • È possibile inserire il Forest Bathing nei contesti urbani? Se sì, quali sono le soluzioni più efficaci, ci sono degli esempi virtuosi?

Di fatto le esperienze di FT ad oggi sono molteplici seppur non adeguatamente note, coprono tutte le regioni italiane, sia nell’ambito di progetti di qualificazione dei territori boschivi sia di attività di avvicinamento alla natura per tutte le fasce di età ma anche per persone affette da patologia croniche (in particolare, la nostra attenzione si sta focalizzando sulle malattie oncologiche).

Ville e parchi urbani, in particolare quelli lontani dal traffico cittadino, si prestano bene alle esperienze di FT, specie se protratte per almeno 4-6 ore, in occasione delle quali possono facilmente essere svolti giochi di gruppo, attività di mindfulness o meditazione o pratiche di yoga. A Roma, la città dove vivo e lavoro, sono frequenti le immersioni a Villa Pamphili o al Parco del Pineto. In tutta Italia i nostri esperti facilitatori organizzano attività all’interno dei parchi cittadini: a Cremona, ad esempio, i nostri diplomati Chiara Maracci e Giovanni Bosio hanno organizzato all’interno dei parchi cittadini e delle scuole d’infanzia molti percorsi e attività creative e di meditazione. In Sicilia e sui monti della Sila abbiamo organizzato importanti qualificazioni dei boschi, così come in Toscana nel Casentino. Negli ultimi anni personalmente sto seguendo molto da vicino le attività che coinvolgono la Certosa di Trisulti in Ciociaria-terra stupenda e poco nota dal punto di vista del patrimonio boschivo- per integrare con le immersioni forestali i protocolli di monitoraggio oncologico nelle donne colpite da tumori ginecologici.

  • Come vede il futuro della medicina forestale in Italia nei prossimi anni? Esistono collaborazioni o progetti pilota in corso?

Sono molto ottimista riguardo il futuro della FT. In particolare, nell’applicazione di progetti di medicina integrata e complementare per pazienti cronici, nella prevenzione di popolazione nei confronti di patologie oggi in crescente aumento come quelle dismetaboliche, psichiche e oncologiche. Abbiamo in corso numerose collaborazioni con associazioni molto serie e radicate, come il WWF, e con alcune Università (Firenze, Catanzaro, Napoli) ma soprattutto con ambulatori dedicati in varie strutture ospedaliere del territorio, sia in ambito neurologico sia per patologie delle vie aeree (COVID incluso) e oncologiche. L’obiettivo è portare un numero crescente di medici, infermieri, operatori sanitari ed educatori a conoscenza delle potenzialità e della facile applicabilità della FT, diffondendo le esperienze raccolte, condividendo i dati scientifici esistenti e quelli in via di definizione.

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