Immagine del post: Desert Spring By Annalisa Barelli


Entro in aula a parlare di medicina narrativa e coping – l’adattamento positivo. Sono studenti del primo anno del corso di laurea in medicina: alla lavagna mi accolgono formule di biochimica.
Certo, l’unica materia “umanistica” rispetto al mare di materie scientifiche che stanno portando avanti.
Perché mi interessa che capiscano il coping: perché imparare ad adattarsi, a gestire, a padroneggiare le situazioni di stress, e la malattia molto spesso lo innesca, mi sembra un passaggio obbligato per qualsiasi professionista dell’aiuto. Cosa c’entra la medicina narrativa? E’ proprio nelle storie raccontate a voce o scritte, testimonianze dei pazienti che si può individuare se ci sono quei fattori di Coping che Carver così aveva ben esplicitato: ottimismo, curiosità – mente aperta, gentilezza, responsabilità e consapevolezza. Viceversa i fattori ostativi al coping sono l’isolamento, la negazione del problema e il pensiero ossessivo.
Spiego ai ragazzi, molto attenti, malgrado l'”anomalia” della materia in una facoltà di medicina, cosa è medicina narrativa e cosa è coping. Ma non gli dico quali sono i fattori di sviluppo di questa dote, né quelli contrari. Li faccio scrivere a loro, divisi a gruppi.
Ecco le “meraviglie” che hanno prodotto. Qui sotto sono tutte elencate, ma vi sono alcuni aspetti chiave tra le variabili positive e negative che meritano una menzione speciale:
I più:
Amore, maturazione, ambiente positivo, musica, prendersi delle vacanze, distrarsi, condividere pensieri, parlare anche da solo, piangere, liberarsi della rabbia e del dolore, chiedere aiuto dai curanti e dalla religione, avere tempo.
I meno:
Non cercare aiuto, l’arroganza, la testardaggine, il disgusto e la vergogna di sé stessi, incolpare e essere incolpato, esser pessimisti.
Insomma, abbiamo molto da imparare dalle menti aperte e entusiaste dei giovani. Un ringraziamento speciale a Matteo Nunner, che ha analizzato le definizioni di coping degli studenti e preparato le word cloud:
+ Accettazione, ottimismo.
– Rabbia, shock, rifiuto, panico.
*
+ Mentalità aperta, capacità di recupero, godere delle cose quotidiane, motivazione, amore, confidenza, alleviamento dello stress, un ambiente psicologicamente e fisicamente positivo.
– Non cercare aiuto, non cercare conoscenza, testardaggine, arroganza, solitudine, nessun accesso ad aiuti.
*
+ Musica, esercizio, condividere pensieri, abbracciare, prendersi delle vacanze.
– Abuso di sostanze, comportamenti sessuali rischiosi, fumare, mangiare troppo, dormire troppo, autolesionismo, spendere in maniera eccessiva, evitare contatti sociali.
*
+ Mangiare, parlare con le persone, socializzare, piangere, attività rilassanti, giochi, televisione, shopping, vacanze.
– Sopprimere le emozioni, alcool, nicotina, aggressività, rabbia, suicidio, autolesionismo, droghe, isolamento.
*
+ Rimuoversi dalla realtà, gratitudine per la realtà in cui si vive, stimoli godibili, pensare positivo, ascoltare musica, prendersi cura responsabilmente del business ogni giorno.
– Provare disgusto per se stessi, dubitare di se stessi, solitudine, isolamento, volersi fare del male, sostanze illecite e le emozioni che provocano.
*
+ Speranza, empatia, consapevolezza, mentalità aperta, confidenza.
– Essere faziosi, senza speranza, illusioni, una confidenza eccessiva in se stessi, pensare troppo, una mentalità stretta, testardaggine.
*
+ Forza, capacità di recupero, di guarigione, andare avanti, speranza, crescita interiore, dignità, positività, ottimismo.
– Rabbia, delusione, illusione, depressione, mancanza di speranza, morte, shock, aggressività, una realtà surrogata.
*
+ Supporto dalla famiglia e dagli amici, mantenimento dello stile di vita quando possibile, parlare con gli altri in situazioni simili, imparare ad accettare la realtà.
– Isolarsi dagli altri, vergognarsi e sentirsi in colpa, chiedersi “perché io?”, rifiuto.
*
+ Parlare con gli altri, cercare nuove prospettive, ascolto attivo, essere compresi, parlare a volte da soli, empatia.
– Essere sopraffatto dagli altri, essere isolato e ignorato, essere incolpato dei problemi, non aver nulla per cui combattere, sentirsi inutile, non avere alcuna distrazione.
*
+ Ricevere un buon supporto dagli amici e dalla famiglia, ottimismo, avere un atteggiamento positivo della situazione, guardare al di sopra dei problemi, esplosione emotiva, rilasciare tutta la rabbia, tutto il dolore e tutte le paure.
– Essere pessimisti, isolamento, incolpare la famiglia e la gente che ti circonda, credere che i tuoi problemi non esistano.
*
+ Essere a conoscenza del fatto che puoi ricevere aiuto dai dottori, dalla famiglia, dagli amici, dagli psicologi, dalla religione. Avere del tempo per te stesso per elaborare le cattive notizie e non rifiutarle, accettarle ma poi considerare te stesso normale, non provare pena per te stesso.
– Esattamente l’opposto.
*
+ Resilienza, esprimere le emozioni in maniere adeguate, ottimismo, rilassamento, socializzazione, influenze positive.
– Costruire rabbia, depressione, pessimismo, sensazione d’inadeguatezza, aggressività, abuso di sostanze.
*
+ Consapevolezza di sé, rispetto di sé, tempo, chiedere aiuto, cercare paragoni, considerare i propri limiti.
– Considerare i propri limiti.
*
+ Gruppo, supporto di famiglia e amici, check-up medico e aiuto, ricevere empatia da famiglia e amici, avere qualcuno con cui parlare, aver una condizione riconosciuta dalla società e non giudicata, essere onesti riguardo i propri sentimenti, tempo.
– Essere solo, non aver amici. Essere ignorato o giudicato dalla società.