La Telemedicina è entrata finalmente nelle agende dei decisori, anche a livello politico. Si è compreso quanto sia fondamentale per garantire la continuità delle cure, anche a domicilio, e l’integrazione tra ospedale e territorio. Nel Recovery Plan sono stati previsti 9 miliardi di € per reti di prossimità, strutture e Telemedicina e di questi, in particolare, € 1 mld. è dedicato specificatamente alla Telemedicina. A dicembre 2020 sono state approvate dalla Conferenza Stato-Regioni le indicazioni nazionali sulla Telemedicina, che definiscono le regole per l’erogazione da remoto di alcune prestazioni sanitarie e le relative logiche di tariffazione. Ad aprile 2022 il Ministero della Salute ha pubblicato le linee guida organizzative per il ‘Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare”, l’assistenza domiciliare sarà erogata anche attraverso gli strumenti della Telemedicina.
L’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano mette a disposizione dati interessanti per capire meglio il fenomeno. Prima dell’emergenza il livello di utilizzo della telemedicina superava di poco il 10%, durante l’emergenza ha superato il 30% per molte applicazioni. Il servizio di Telemedicina più utilizzato è il Tele-consulto con medici specialisti (47% degli specialisti e 39% dei MMG), che raccoglie l’interesse per il futuro di 8 medici su 10. Seguono, in termini di utilizzo durante l’emergenza, la Tele-visita (39% degli specialisti e dei MMG) e il Tele-monitoraggio (28% e 43%).
I servizi di Telemedicina sono, invece, ancora poco utilizzati dai pazienti, non tanto per la mancanza di interesse, ma a causa dell’offerta ancora limitata .
I pazienti dichiarano che la modalità più utilizzata per monitorare a distanza il loro stato di salute è una semplice telefonata oppure una videochiamata di controllo (23%). Molto meno utilizzati i vari servizi di Telemedicina strutturati, come la Tele-visita con lo specialista (8%), la Tele-riabilitazione (6%) o il Tele-monitoraggio dei parametri clinici (4%). Su tutti i servizi emerge un interesse molto elevato da parte dei pazienti, con percentuali vicine al 90%, per il Telemonitoraggio e la Tele-visita con il medico specialista. L’Osservatorio ha anche provato a ipotizzare quante visite e controlli sarebbe possibile effettuare da remoto attraverso soluzioni digitali. I Medici specialisti ritengono che, una volta finita la pandemia, sarà possibile organizzare da remoto circa il 20% delle visite di controllo con i 206 pazienti cronici. I Medici di Medicina Generale ritengono che per il futuro i contatti con i pazienti cronici potrebbero avvenire da remoto nel 50% dei casi (attraverso contatti telefonici, via chat/email e in Tele-visita). Anche i pazienti sembrano essere aperti a visite e controlli svolti da remoto, con percentuali che per alcune patologie superano il 40%. L’offerta di servizi di Telemedicina per i cronici consentirebbe di ottenere un importante risparmio di costi a carico della collettività (pazienti e loro caregiver), che restano spesso nascosti. Infatti, dalla ricerca emerge che il 35% dei pazienti viene accompagnato da un caregiver alle visite. Un dispendio che comporta per la collettività costi economici, ambientali, sanitari. L’indagine condotta di Ipsos per conto di Consumers’ Forum arricchisce il quadro, con dati che raccontano le aspettative dei cittadini.
Il potenziamento della sanità digitale è ben accolto dai cittadini, soprattutto da chi ha buone competenze digitali. Anche l’ampliamento dell’uso della telemedicina prevista dal PNRR raccoglie il parere favorevole dei cittadini intervistato. La ricerca dell’interazione personale rimane un aspetto ricercato dalle persone nel momento in cui necessitano di cure e assistenza. Anche la poca abitudine all’utilizzo di piattaforme digitali frena l’utilizzo di servizi digitali. I servizi più semplici sono entrati nelle abitudini quotidiane, mentre i servizi di telemedicina sono utilizzati da un numero limitato di cittadini.